
Disidratazione, acidosi metabolica, aggregazione eccessiva degli eritrociti, costipazione intestinale, matrice connettivale satura di scorie, sono solo alcune delle conseguenze della ridotta assunzione d’acqua, sempre in quantità e qualità.
Il primo nutriente, l’acqua
Potremmo senz’altro affermare che l’acqua, in qualità di primo nutriente del nostro organismo, potrebbe da sola determinare un cambiamento in quella che oggi è la genesi di tante patologie, basti pensare al pochissimo tempo, solo qualche giorno, che possiamo resistere senz’acqua, prima di danni irreparabili, o addirittura, la morte per sete.
Da qui il ragionamento potrebbe portarci a preferire in modalità più o meno esclusiva, alimenti ricchi d’acqua, come appunto frutta, verdura e ortaggi. Essi sono notoriamente alimenti “vivi”, poiché ricchi di elettroni provenienti direttamente dalla fotosintesi clorofilliana, e bio- chimicamente trasferiti negli accettori, i famosi antiossidanti, nonché in una moltitudine di fitocomplessi, molecole attive, nutrienti, minerali e princìpi di ogni genere e qualità, che fa dell’immenso mondo alimentare vegetale la più grande risorsa di salute del nostro organismo, progettato nel caso della nostra specie, per funzionare al meglio in modalità alimentare preferenzialmente o anche esclusivamente vegetale.
Il contenuto di acqua
Che il contenuto d’acqua nei vegetali freschi sia molto alto è cosa nota e risaputa, ma d’altronde noi stessi siamo costituiti mediamente per tre quarti d’acqua in peso, quindi non dovremmo stupirci se si possa arrivare fino al 97-98%, come nei cactus, ma anche al 6-7% nei semi di senape e ricino, dove lì assume un significato di conservabilità e stasi biologica.
Acqua biologica e acqua nella sua forma naturale, qual’è la differenza?
Assumere quindi acqua dai vegetali freschi è senz’altro cosa eccellente, ma per un motivo che sfugge all’immaginario comune, ovvero che tutta la potenza nutraceutica del vegetale è organicata e resa funzionale proprio dell’acqua e dalla sua capacità di legame, grazie alla peculiare polarità che ne contraddistingue le proprietà dielettriche. La differenza tra assumere acqua dai vegetali freschi e bere un’ottima acqua in realtà esiste, ed è dovuta al fatto che nel vegetale essa ha gli spazi-legame totalmente occupati da tutti i contenuti cellulari e molecolari propri di quel vegetale, e pertanto la sua attività di solvenza e di trasporto è già considerevolmente impegnata. Ecco perché anche gli erbivori bevono, ed ecco perché, come succede anche a noi, la necessità di assumere acqua libera, micro-strutturata e quindi funzionale, serve ad avere comunque il solvente che trasporta, pulisce e ricambia.
La prima conclusione è che, anche all’interno di stili alimentari su base vegetale fresca, crudisti o alcalini, è necessario il giusto apporto di acqua come tale, sia per magnificare l’azione delle sostanze e dei principi in essi contenuti grazie al solvente universale, ma anche per evitare un eccessivo aumento della concentrazione di soluti da eliminare, evento che porterebbe al sovraccarico chi poi dovrà trattare ed eliminare i rifiuti del nostro metabolismo, ovvero i nostri reni.
Ricordiamoci inoltre che l’acqua durante i pasti indebolisce l’azione della saliva sugli amidi e diluisce i succhi gastrici nello stomaco. E’ meglio bere da 10 a 15 minuti prima dei pasti. L’abitudine di bere succhi di frutta (limone, arancia, pompelmo, uva, ecc.) zuccherati durante i pasti è responsabile in gran parte dell’indigestione di cui soffrono sempre più persone, perché la frutta e gli zuccheri vanno mangiati da soli.
Per queste ragioni consigliamo a tutti di assumere ottima acqua alcalina, purificata, , micro-strutturata, e se possibile alcalina.
Acqua, nella sua forma più pura – Lontano dai pasti è meglio!
- 7 Settembre 2021
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